Lo scorso week end sono stato a Perugia, al festival internazionale del giornalismo.
Il nome non rivela ciò che realmente è visto che io non sono un giornalista ma trovo che il festival di Perugia sia stato di incredibile interesse.
Me ne sono reso conto raccontando ciò a cui ho assistito: tra chi mi ascoltava (gli studenti di tagbolab) c’è stato qualcuno che mi ha fatto riflettere che dai miei racconti, ne risultava un’idea di evento non è propriamente dedicato al giornalismo, o perlomeno non il giornalismo a cui siamo abituati in Italia.
Di fondo c’è che a Perugia ho potuto ascoltare esponenti della nuova comunicazione, quella che inseguo. Per farvi un’idea più precisa, fatevi un giro sui video disponibili qui.
Oppure vedetevi questo video trovato su youtube in cui è evidente l’informalità e la possibilità di parlare direttamente con i relatori.
httpv://www.youtube.com/watch?v=FDMtQUpPCtY
La qualità degli interventi e la famililiarità con cui si svolge il tutto, sono il nodo attorno ai quali ci si incontra.
Così, ho potutto chiaccherare con Evgeni Morozov, columnist di Foreign Policy e autore di “The Net Delusion: The Dark Side of Internet Freedom“, e con Sam Graham Felsen, ex chief blogger di Obama: entrambi sono stati intervistati nell’ambito del progetto ideamocracy a cui sto collaborando e su cui sicuramente tornerò.
Ma il festival non è fatto di sole star d’oltreoceano, visto che ho conosciuto Roberto Bonzio, ideatore del progetto “Italiani di Frontiera” che ho ben studiato quando ho lanciato italoblog. I casi della vita vogliono che ora sia impegnato a lanciare, assieme ad network molto interessante, ITalents, progetto che vi invito a seguire, in cui c’è anche la cara amica Claudia Cucchiarato.
Poi Michele Mezza, l’autore del libro che ho appena finito di leggere “sono le news bellezza”, oppure Vittorio Pasteris di cui leggo il blog da tempo…
Tutti questi ingredienti hanno disegnato un festival a misura d’uomo, in cui, in un palmo di mano della splendida Perugia, relatori e spettatori sono assieme i protagonisti.
Non mi resta che fare un plauso agli organizzatori che ringrazio sopratutto perchè, unendo direi artigianalemente qualità e informalità, mi hanno permesso di partecipare attivamente ai contenuti che cercavo visto che ho toccato con mano un giornalismo in movimento, che può essere hyperlocale, partecipato e via social media. Cioè come piace a me.
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