Siamo il paese con il più grande patrimonio culturale. E da sempre ci diciamo che non siamo capaci di valorizzarlo.
Fino a poco tempo fa questa affermazione era vera ma ora lo è parzialmente perchè abbiamo un esempio concreto: ora abbiamo invasioni digitali che, di fronte alla comunicazione turistica nazionale, credo sia un’ottima metafora del paese.
Non mi stancherò mai di ripeterlo: fuori dalle istituzioni c’è molta più innovazione che dentro. I media sociali ci aiutano ma di fondo c’è quella energia che ha fatto nascere i movimenti mutualistici di fine ottocento.
Quelli che non aspettavano lo stato e si autoorganizzavano per espletare un bisogno.
Certo, qui parliamo di turismo quindi non c’è emergenza, ma lo schema regge.
Quindi, capaci di mobilitazioni collettive, che oggi definiamo di prosumerism, Invasioni Digitali è una campagna nazionale collettiva che si basa su forme di cittadinanza attiva.
Di fronte a istituzioni lente e giurassiche, che difficilmente riescono a valorizzare le energie disponibili e che spendono risorse ingenti senza risultati, ecco l’ennesima prova che fuori delle istituzioni c’è più innovazione.
Nulla di personale: sono un professionista che lavora all’interno di una PA e so bene le criticità nell’essere pionieri all’interno di sistemi costruiti nell’800. E non sarà l’ultima volta che ne parlo. Ma come mettere a sistema questa energia e queste iniziative?
Il resto lo trovate su pionero.it.
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