Un’azione di marketing territoriale ha come primo target i cittadini del territorio da promuovere:lo dicevo a ridosso dell’evento Tdays perchè credo che su questo asse si gioca gran parte della partecipazione possibile e auspicabile.
Ma come creare le premesse?
Assistiamo sempre più a progetti che prevedono la partecipazione degli utenti ma vedo una forte criticità: non basta aprire le porte perché la gente entri.
Per chi si occupa di community management non dico nulla di nuovo ma di fronte ai sempre più numerosi profili twitter o siti web, usati come fossero gli ‘ennesimi media mainstream, credo possa essere utile un passo indietro.
Per poter agire su un econsistema è necessario conoscerlo, capirne i nodi, le ricorrenze, i punti di forza e debolezza. Una volta mappato il territorio di riferimento, è più facile capire quale siano le grammatiche da usare.
Ecco perchè TagBologna crea le premesse di una campagna di promozione territoriale partecipata: come dimostra l’esempio del TDays, esiste un ecosistema, una sorta di community che, quasi fosse un distretto, può mobilitarsi ed agire.
E’ chiaro che ci deve essre una sinergia di stili e obiettivi.
A Bologna c’erano tutte premesse: gli organizzatori dell’evento, i ragazzi di BAM, si sono dimostrati non solo all’altezza e pieni di entusiasmo e pronti al rilancio mentre noi bolognesi..bè, non aspettavamo altro per poter dire la nostra su un’idea di città un pò diversa dagli utlimi tempi.
Queste le slide che ho presentato prima a TAgSardegna e poi a Ravenna Future Lessons.
« Da e-gov a we-gov? L’esempio di Renzi su Facebook Il racconto di #openpolitica »