Il racconto territoriale è fatto per essere bugiardo.
Per quanto possiamo essere enciclopedici, non esisterà mai un punto di vista completo e aggiornato se non attraverso i continui upgrade. Non voglio cadere nella dialettica wikipedia vs enciclopedia britannica ma, come sta accadendo nel mondo del giornalismo, anche nel racconto turistico, i cambi dirompenti dei media sociali hanno creato i presupposti per un cambio di vista.
Come dicevo nel libro Viaggi in rete. Dal nuovo marketing turistico ai viaggi nei mondi virtuali” curato da Mario Gerosa e Roberta Milano ” Il web 2.0, con il decentramento e la diversificazione della comunicazione, ha creato un flusso informativo sempre più personalizzato, creando una coda lunga di domande che, anche nel turismo, si frammentano in nicchie sempre più liquide (Baumann, 2006) a cui solo una comunicazione orizzontale e partecipata, basata sul peer to peer, può rispondere”.
Quando avete comprato l’ultima guida turistica? L’idea di affidarsi a degli sconosciuti che ci offrono, a scatola chiusa, una lista di cose da vedere e da fare in un determinato luogo ora appare davvero “fuoriluogo”: su questo blog ne ho parlato più volte (su tutto vi consiglio questo) visto che il tema tocca da vicino ciò che faccio a TagBoLab.
Ma quindi siamo tutti geografi? L’ecologia dei nostri territori può essere rappresentata a seconda del punto di vista?
L’uso dei social media, soprattutto con la possibile geolocalizzazione di dati, come si rapporta alla storia ufficale di un luogo? Ma esiste una storia ufficiale o forse è meglio parlare di storie delle mappature?
Oramai pratica comune che dal basso impone nuove gerarchie, la mappatura soggettiva irrompe nel racconto territoriale fino a diventare il trend: ora si parla di SOLOMO “the phrase “hyperlocal search” emerged when PC users searching for local information on engine sites such as Google were connected to the latest information, news and deals for that area. But now with rise of smartphones and tablets that integrate geo-location technology such as GPS to help users locate what’s around them, the term has evolved into what industry experts are calling Social Local Mobile Search (SoLoMo)”.
Della capacità di inventare, o ridisegnare, nuovi spazi, con centro a Bologna, si parlerà a Selfmapping: l’evento si pone come nodo delle attività ed esperienze di mappatura esistenti in città nasce all’interno del progetto SELF-MAPPING, un’esperienza di ricerca sul campo svolta da CUBE (Centro Universitario Bolognese di Etnosemiotica).
Io parlerò della guida TagBologna, oramai in fase di arrivo: grazie al coinvolgimento attivo della community di TagBoLab (che non finirà mai:), abbiamo mappato alcuni luoghi.
Siete d’accordo con la mappatura?
Forse si e forse no ed è per questo che potete segnalare il vostro luogo da consigliare: sarà compito di TagBoLab implementare la mappa con i vostri consigli: presto ci saranno altri upgrade che non mancheremo di raccontarvi sul blog di TagBoLab.
Per completezza vi embeddo due presentazioni che parlano da sole: il nodo per entrambe è che dalla produzioni di contenuti si passa ad una cura dei contenuti!
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