Innovazione?
In quest’Italia sempre in bilico, sentir parlare di innovazione può apparire spesso ironico. Attorno al tema spesso c’è fumo, si moltiplicano le iniziative, nascono manifesti vuoti e poi si sta fermi.
Ne parlai in merito all’incontro con Alec J Ross: innovazione non sempre è sinonimo di tecnologia.
Per wikipedia l’innovazione è “un’attività di pensiero che, elevando il livello di conoscenza attuale, perfeziona un processo migliorando quindi la qualità di vita dell’uomo. Innovazione è cambiamento che genera progresso umano; porta con sé valori e risultati positivi, mai negativi”.
Ma la tecnologia può qualificare i processi innovativi?
Ed è qui che entra in campo Innovatori Jam.
“E’ una jam session come per il jazz, ovvero una sessione di discussione su 10 temi per affrontare argomenti legati all’innovazione, tutto online tramite un apposito tool che permette ai promotori di analizzare dopo pochi giorni le conversazioni ed elaborare un documento da sottoporre alla governance.
Organizzato dalla Agenzia per la diffusione delle tecnologie dell’innovazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Innovatori jam si propone di far dialogare 20mila attorno al tema dell’innovazione.
Tutto si svolgerà on line, senza limite territoriale!
Il 13 e 14 settembre, in un arco di tempo di 40 ore, alcuni moderatori (io non ce la farò perchè impegnato…) cercheranno di far emergere i topic, le proposte più significative attorno a questi 10 macro temi:
1- Innovazione e internazionalizzazione: Italia degli Innovatori
2- Giovani, talento e merito nella ricerca e nell’innovazione
3- Start up, incubatori, venture capital
4- I ranking dell’innovazione
5- Accessibilità, apps e nuovi canali
6- Digital agenda: open data, cloud computing e banda larga
7- e-commerce & e-tourism
8- Il Codice dell’Amministrazione Digitale
9- Informazione e nuovi canali
10- Le Smart Cities del futuro?
Come fosse una jam session jazz, chiunque può partecipare alla conversazione a patto che ci siano delle basi comuni.
Ma qual è lo spartito da condividire?
Per la parte tecnologica, leggetevi questo post di Roberta Milano che, da brava docente, si preoccupa dell’accessibilità.
Ma per poter partecipare alla co-creazione di contenuti, quali sono le modalità per poter essere parte del processo collettivo?
Se vuoi suonare del jazz, devi sapere che c’è un’alta variabilità di esecuzione, una velocità d’implemenazione spesso repentina con una enorme banca dati di spartiti a disposizione. Tu suoni ma non basta. Non c’è direttore d’orchestra, ci sono alcuni leader momentanei che indicano la strada ma poi, “el camino se hace al andar” direbbe Machado.
Per innovatori jam, quali sono gli elementi attorno ai quali la community si stringerà?
Il bene del paese? La voglia di dare energia per cambiare? Un uso quotidinao delle tecnologie abilitanti?
Questa è la sfida da accettare ma è evidente che ci troviamo di fronte ad un esperiemento che crea un precedente: nel belpaese non siamo in molti a credere in questi processi.
La cosa pubblica, come evidenziato in questo articolo di Riccardo Luna, si può aprire alla collettività ma servono professionalità e progetti.
Di fronte ad innovatori jam, come non essere entusiasti? Poi vedremo quali saranno gli output, ma nel frattempo godiamoci il processo.
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