Tra chat, twitterate e chiacchere, “i blogger bolognesi“, sembra risponderanno, chi più chi meno.
Io, nel frattempo, rispondo per me e dico che ci sarò.
Merola, il candidato sindaco vincitore delle primarie del PD, ha invitato i blogger cittadini, per un confronto.
Qui, sul blog di Merola, trovate il testo della mail ma sottolineo un passaggio:
” Ho deciso di realizzare questo incontro perché credo il web rivesta un ruolo fondamentale ed una città come Bologna non può trascurare questa tematica. Reputo i blog degli eccezionali strumenti di dialogo e, proprio per questo motivo vorrei poterti incontrare, assieme ad altri blogger cittadini, così da poter avviare insieme un dialogo costruttivo su Bologna. Sono pronto ad ascoltare tutte le proposte”.
Ecco il verbo volevo…ascoltare!
Non nego che l’idea nasce da un consiglio che liberamente proposi inizialmente a Matteo Lepore e poi ad Alessandro Pecoraro, i nodi della comunicazione on line di Merola.
La mia passione per la politica ed una certa propensione alla provocazione, hanno giocato un ruolo fondmentale: di fondo credo, anche visto il recente passato, che Bologna possa pretendere molto di più così, in quanto cittadino e professionista del web (o presunto tale), mi son preso la briga di dare consigli al principale, almeno fin’ora, candidato cittadino.
La reputazione dei politici è ai minimi storici: prima Cofferati, l’inarrivabile scontroso sceriffo, e poi Delbono, “sputtanato” pubblicamente, hanno inciso per davvero sul rapporto e sulla fiducia tra cittadini e politica.
Di fatto a bologna, la parola partecipazione è stata bannata dopo l’abuso cofferattiano.
Ora, come già ammettevo qui, c’è per la prima volta uno che può invertire la rotta. Ma si pretendono segnali precisi.. altrimenti nessuno si fida!
Si deve fermare questa discesa…
httpv://www.youtube.com/watch?v=BZ8TIIx7yB8
I blogger come “strumenti di dialogo” possono essere punto di incontro per una nuova idea di confronto che non si può limitare alla campagna elettorale: questo è il punto.
E se ascoltare è una regola dello stare su web, dovrebbe esserlo anche per la politica. Sembra ovvio ma so che mi capite.
A margine, il pensiero corre all’idea di vedere, per la prima volta, i blogger come una “categoria”, quasi come fossero una lobby: di fronte a questa rete di blogger interpellati, magari capaci di fare massa critica e di mettere sul tavolo questioni più o meno condivise, credo che si possa affermare che Bologna potrebbe essere la prima città a sperimentare un dialogo tra gli hub della bolosphera di riferimento.
E se Bologna torna a sperimentare nuove forme di dialogo politico, non posso che esserne felice.
Certo, c’è da tenere d’occhio il tutto affinchè non si riveli una mossa elettorale ma credo che Merola, o forse più il suo staff, sia consapevole dei rischi: dire delle bugie a dei blogger potrebbe essere fattore scatenante di un buzz interminabile.
2 Responses
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Incontrare i blogghers nel 2011 è un bel gesto populista e va apprezzato.
Nel mio blog ho scritto questo:
Per colpa, o se vogliamo, per merito di feisbuc, tuitter, friendfid e altri strumenti di pseudo socializzazione 2.0, i blog sono morti. Fino a pochi anni fa il blog era il top della comunicazione dal basso, il modo migliore per diffondere un pensiero e grazie al pulsantino commenti ci si poteva mettere in relazione con altre persone ed eventualmente conoscersi dal vivo che è sempre bello. Io ho iniziato a fare il bloggher nel 2003 e ringrazio i blog per tutto quello che hanno portato nella mia vita. Ho appreso le dinamiche di questo strumento di comunicazione, le sue utilità, le perdite di tempo, l’inutilità delle discussioni, la sopravvalutazione dello strumento da parte dei media, la cattiveria delle persone e la capacità di non ascolto di certi commentatori che scrivono senza leggere i commenti di altri. In sottofondo, gente che legge e non commenterà mai.
Le stesse dinamiche che in maniera più superficiale vediamo su feisbuc dove in questi giorni si sprecano le banalità sulla guerra, sul giappone e sull’italia unita quando ci fa comodo. Pensierini alla Federico Moccia, inutili discussioni tra persone che hanno tutte quante ragione e che stanno lì a confrontarsi con sconosciuti (o ancor peggio, con amiciche non vedono mai) tentando di imporre le proprie ragioni. Poi si spegne il compiuter, lo smartfon e gomito a gomito con la realtà tangibile ci si rende conto di aver perso il proprio prezioso tempo e che il mondo va avanti lo stesso come gli pare e piace a lui, nonostante il nostro impegno nello scrivere discorsi belli tondi e ragionevoli in italiano corretto. Feisbuc è palesemente uno strumento di controllo sociale, è alla portata di tutti e non ci si deve certo sbattere per scrivere il proprio stato “Uh, che palle oggi è lunedì, sono triste”. Diverso è il blog che implica un impegno e dove ciò che si scrive rimane lì, ad eterna memoria di chi un giorno farà una ricerca su Gugol e troverà quello che il bloggher ha scritto qualche anno fa e magari non è nemmeno neppure più daccordo con quel post perchè è maturato, è regredito o ha semplicemente elaborato una diversa opinione. Tenere un blog nel 2011 è un gesto eroico visto che è uno strumento obsoleto, una roba da umarells moderni che lo preferiscono di gran lunga al vuoto e alla velocità dei social notuorc. Con più di cinque anni di ritardo, dell’importanza che avevano i blog se ne è accorto Virginio “Brenson” Merola che nella giornata di domani ha convocato un aperitivo con i bloggher della città dalle 18 alle ore 20 presso in via Val d’Aposa 3/b e questa è una buona notizia. “Reputo i blog degli eccezionali strumenti di dialogo” dice nella sua imeil di invito dove parla del progetto “Ui-Fai per Bologna” che potrà permettere a tutti i bolognesi di stare su feisbuc tutto il giorno a gratis, anche quando hanno finito di lavorare. Fantastico. In pausa pranzo mi vedo con Trucebadazzi a Castelmaggiore su BO 210 TV – 89.8 FM, poi passo di là. Stiamo uniti.
A stasera
“Stiamo uniti” lo prendo come esortazione! 🙂
hai ragione quando dici ” Tenere un blog nel 2011 è un gesto eroico visto che è uno strumento obsoleto, una roba da umarells moderni che lo preferiscono di gran lunga al vuoto e alla velocità dei social notuorc” ed è proprio per questo che, per quanto mi riguarda, li interpreto come forma di partecipazione attiva, quasi fosse del volontariato: certo, dipende da ciò che scrivi, ma se cominciassero a chiedere a te,hub di centinaia di bolognesi, dei consigli …anche in modo formale..bè, sarebbe un passo in avanti!